+ Rispondi
Pagina 1 di 3
1 2 3 ultimoultimo
Visualizzazione dei risultati da 1 a 10 su 28

Discussione: Marchionne: “Senza l’Italia il Lingotto farebbe meglio”

  1. #1

    Con noi dal 27/10/2008
    Messaggi: 516

    Italy
     Cinquecentisti non è in linea

    Post Marchionne: “Senza l’Italia il Lingotto farebbe meglio”

    Link all'articolo completo: Marchionne: “Senza l’Italia il Lingotto farebbe meglio”

    Ieri sera Marchionne è stato ospite a Che Tempo Che fa, su Rai 3. Vi proponiamo un articolo di Repubblica che riassume l’intervista fatta e le reazioni di alcuni noti personaggi.
    ROMA – “La Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l’Italia”. E’ quanto ha detto l’amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne, ospite della trasmissione “Che tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio. “Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell’utile operativo previsto per il 2010 – ha concluso – arriva dall’Italia. La Fiat non può continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre”.

    “L’Italia è al 118/mo posto su 139 per efficienza del lavoro e al 48/mo posto per la competitività del sistema industriale”, ha aggiunto Marchionne. “Siamo fuori dall’Europa e dai Paesi a noi vicini – ha proseguito – il sistema italiano ha perso competitività anno per anno da parecchi anni e negli ultimi 10 anni l’Italia non ha saputo reggere il passo con gli altri Paesi, non è colpa dei lavoratori”. Guardando alla classifica indicata, il manager ha commentato: “Non possiamo ignorarla, qualcosa bisogna fare, perchè non c’è nessuno straniero che investe qui”. “Gli attacchi verso la Fiat di questi giorni – ha aggiunto – sono fuori posto e non aiutano a richiamare investimenti nel nostro paese dall’estero “.

    Marchionne ha poi smentito le voci che lo indicavano pronto a “scendere in politica”. “Ma scherziamo? Io faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori”, ha detto rispondendo ad una domanda. “Leggo il giornale tutti i giorni alle 6 – ha proseguito Marchionne a cui era stato chiesto di spiegare la recente affermazione secondo cui in Italia erano state aperte tutte le gabbie ed erano scappati tutti gli animali – ne escono di tutti i tipi, c’è una varietà di orientamenti politici e sociali incredibile, tutti parlano e non si capisce dove va il Paese”. Tuttavia in questa situazione Marchionne ritiene che “si può avere fiducia nell’Italia, credo di sì, ci sarebbero soluzioni più facili, ma credo che sia possibile costruire qui una condizione diversa, sennò non mi sarei mai impegnato”. Alla domanda di Fabio Fazio se c’è da fidarsi del futuro in Italia, Marchionne ha risposto:”Credo di sì. Credo che sia possibile creare una realtà diversa. In Italia le potenzialità ci sono, i problemi ce li creiamo noi”.

    L’Ad della Fiat ha parlato anche delle vertenze in corso e in particolare della questione “pause”. Il sistema di 3 pause ogni 10 minuti anzichè 2 da venti proposto per Pomigliano e Melfi è “già applicato a Mirafiori”. “Fa parte degli sforzi – ha aggiunto Marchionne – per ridisegnare il processo di produzione, e i 10 minuti che si perdono sono pagati”. Il Gruppo Fiat è pronto a portare i salari degli operai “ai livelli dei Paesi che ci circondano”.

    Commentando la recente proposta di accorciare le pause di lavoro nello stabilimento di Melfi, Marchionne ha ricordato che si tratta di un progetto “disegnato per dare all’Italia la capacità di poter competere con i Paesi da cui siamo circondati. In cambio – ha proseguito – sono disposto a portare il salario dei dipendenti ai livelli dei Paesi che ci circondano”. La situazione, ha poi precisato, “cambierà se arriveremo ai livelli competitivi degli altri”. “Stiamo cercando – ha aggiunto – di creare le condizioni per aumentare questi 1.200 euro e il dialogo con i sindacati è assolutamente chiaro su questo”.

    Marchionne ha poi ricordato che “colmare il divario con gli altri Paesi” per la Fiat è “un compito” per il quale però serve “la collaborazione di tutti”. “Quando tre operai – ha detto, ricordando la vicenda di Pomigliano – fermano la produzione è anarchia e non democrazia”. “La proposta che abbiamo fatto è dare alla rete industriale di Fiat la capacità di competere con i Paesi vicini a noi, in cambio io sono disposto a portare il salario dei dipendenti a livello dei nostri Paesi vicini”. “Il salario cambierà – ha aggiunto – se cambierà il sistema di produzione in Italia, può darsi che sia un cambiamento difficile da sopportare, ma vogliamo migliorare i 1.200 euro di stipendio ai dipendenti”.

    Parlando poi delle organizzazioni sindacali, riferendosi alla Fiom Cgil, Marchionne ha spiegato che “meno della metà dei nostri dipendenti appartiene a una sigla sindacale”. Dopo aver spiegato che “più della metà non è iscritta al sindacato”, Marchionne ha aggiunto che il 12,5% dei dipendenti è iscritto alla Fiom”.
    “A Pomigliano – ha aggiunto – non abbiamo tolto il minimo diritto, abbiamo cercato di assegnare la responsabilità della gestione di uno stabilimento ai sindacati per gestire insieme a loro le anomalie”. E ha poi aggiunto: “Quando il 50% dei dipendenti si dichiara ammalato in un giorno specifico dell’anno, vuol dire che c’è una anomalia”. Alla domanda sul giorno in cui avviene tale anomalia, Marchionne ha replicato: “Dipende da che partita c’è”.

    Marchionne ha comunque smentito possibili dismissioni delle aziende campane: “Se la Fiat dovesse smettere di fare auto in Campania, avremmo, credo, un problema sociale immenso, specialmente in una zona dove la Camorra è molto attiva”. “Considerando l’indotto, lavorano 20 mila persone”, ha spiegato per indicare la dimensione del problema. Riferendosi alla missione de Lingotto in zona, Marchionne ha criticato l’atteggiamento “dei sindacati che ci criticano”. Riguardo alle richieste sindacali di conoscere il piano dei nuovi modelli previsti, l’ad di Fiat ha replicato: “Di nuovi modelli ne abbiamo quanti se ne vuole, dobbiamo però dare ai nostri stabilimenti la possibilità di produrre ed esportare, gli impianti devono essere competitivi, altrimenti non possono produrre e vendere niente”. Marchionne ha poi confrontato l’Italia con la Polonia, dove: “I nostri 6.100 dipendenti producono oggi le stesse auto che si producono in tutti gli stabilimenti italiani”.

    Marchionne è poi intervenuto sulle accuse alla Fiat di essere un’azienda “assistita dallo Stato”: “Qualsiasi debito verso lo Stato è stato ripagato in Italia, non voglio ricevere un grazie, ma non accetto che mi si dica che chiedo assistenza finanziaria. E tra il 2008 e il 2009 la Fiat è stata l’unica azienda che non ha bussato alle casse dello Stato, diversamente da quanto fatto da molte concorrenti europee”.

    “La Fiat – ha spiegato Marchionne – ha collaborato con lo Stato per costruire il futuro industriale del Paese, e oggi ha collaborato con il governo Usa per salvare Chrysler”. Secondo Marchionne, quel tipo di collaborazione Stato-Industria esiste in tutti i Paesi del mondo, l’importante è ripagare i prestiti e che lo Stato non diventi “gestore delle società”.

    Riferendosi a Chrysler, Marchionne ha precisato che “noi stiamo risanando l’azienda e pagheremo il debito”.
    Riguardo all’Italia ha invece indicato che “noi non abbiamo chiesto finanziamenti come invece hanno fatto i tedeschi e i francesi, e gli incentivi sono soldi che vanno ai consumatori, e aiutano noi indirettamente perchè in Italia sette auto su dieci sono straniere”.

    Dure reazioni alle affermazioni dell’Ad della Fiat: “Le parole di Marchionne sono ingenerose nei confronti dell’Italia e dei lavoratori che hanno contribuito a fare grande la Fiat. L’azienda è nata e cresciuta nel nostro paese più di 100 anni fa, e se oggi è una multinazionale di successo è anche grazie a questo inizio.” Lo afferma Cesare Damiano, capogruppo in commissione Lavoro del Pd. “Nel mercato globale la sfida della competitività è continua. Chi oggi guadagna domani può perdere e viceversa per questo non è condivisibile una logica che allude ad un potenziale taglio di rami secchi basato su un risultato di conto economico. Noi – continua Damiano – siamo per accettare la sfida che Marchionne propone, ma non condividiamo la filosofia che sottende. Le imprese devono fare profitti per avere un futuro, ma hanno anche una responsabilità sociale.” “Il governo si svegli e reagisca e, come hanno fatto tutti i paesi industrialmente avanzati, si doti di una politica industriale per i settori strategici capace di sostenere innovazione e ricerca. Questo vale anche per l’auto e per i veicoli industriali e commerciali.” “Il Partito democratico si batterà contro una scelta che possa “tagliare” l’Italia e chiede l’attuazione del piano d’investimenti promesso dal’azienda”. conclude Damiano.

    Anche i sindacati, con diverse sfumature, criticano pesantemente le parole dell’Ad Fiat. Sergio Marchionne parla “come se la Fiat fosse una multinazionale straniera che deve decidere se investire in Italia”, attacca Giorgio Airaudo, responsabile del settore auto della Fiom Nazionale.

    “Marchionne – dice Rocco Palombella, segretario generale della Uilm – deve evitare di continuare ad umiliare i lavoratori e il sindacato che si è assunto la responsabilità di gestire anche accordi difficili”. Palombella invita il manager del Lingotto “a chiarire una volta per tutte quale sia la reale intenzione della Fiat. Se vuole davvero invertire il rapporto tra la quantità di auto prodotte all’estero e quelle fabbricate in Italia – osserva – deve smetterla di fare dichiarazioni che sono la negazione di ciò. Un gruppo industriale che chiede responsabilità e consenso non può continuare a dire che dell’Italia non sa che farsene. E’ un errore strategico”.

    Per Bruno Vitali, responsabile Auto della Fim, “Marchionne deve credere di più nell’Italia e smettere di tenere tutti appesi. Ha sempre detto che qui perde, ma se investirà anche l’Italia genererà profitti come avveniva prima della crisi. Gli impianti sono nuovi e i lavoratori sono pronti a fare la loro parte”. Apprezzabile, sostiene Vitali, l’idea di monetizzare con aumenti salariali l’incremento di efficienza nelle fabbriche.

    “Io mi accontenterei che i lavoratori avessero il premio di risultato tagliato a luglio”, osserva Airaudo che critica l’idea che “competitività e produttività si recuperino intervenedo sul fattore lavoro”. Il segretario della Fiom precisa che a Mirafiori non è già in vigore il sistema di pause di 3 pause di 10 minuti anzichè quello di 2 da venti proposto per Pomigliano e Melfi. “E’ curioso comunque – ironizza – che in uno stabilimento che fa tre settimane di cassa integrazione al mese si considerino utili dieci minuti in più di produzione”.

    Durissimo Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom: “Il discorso di Sergio Marchionne è stato un concentrato di falsità e bassezze, un comizio reazionario antisindacale senza contraddittorio. E’ un messaggio così brutale ed ingiusto – prosegue Cremaschi – che davvero andrebbe diffuso per convincere a scioperare”.

    E in serata ha parlato anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: “L’Italia è un Paese che già ha
    dimostrato l’attitudine ad evolvere verso una maggiore competitività nel rispetto dei diritti dei lavoratori incluso il diritto ad incrementi salariali legati a una maggiore produttività. E se è legittimo da parte di Marchionne invocare maggiore produttivita”, è anche vero che “la maggioranza delle organizzazioni sindacali e le istituzioni si sono già rese concretamente disponibili ai necessari cambiamenti”.
    “Marchionne – commenta Sacconi – ci ha ricordato che Fiat oggi è un Gruppo multinazionale con stabilimenti distribuiti in diverse dimensioni economiche e sociali. Noi ricordiamo a lui che l’Italia è il Paese di storico insediamento del Gruppo automobilistico ove ha depositato impianti e soprattutto un grande patrimonio di esperienze e professionalita”.

    L’intero video della puntata lo trovate sul sito di Che Tempo Che fa.

    Repubblica.it

  2. #2
    L'avatar di WhitePassion

    Con noi dal 16/06/2010
    Provincia: Stato Estero
    Messaggi: 11,147

    Spain
     WhitePassion non è in linea

    Predefinito

    come al solito, il paese delle contraddizioni. Noi paghiamo per mantenere l'azienda operativa e poi lo prendiamo in quel posto.
    Però lui non ha nemmeno tutti i torti.

  3. #3
    L'avatar di landrex

    Con noi dal 20/06/2010
    Provincia: Trento
    Messaggi: 750

    Italy
     landrex non è in linea
    1.2 69cv 500S
    Nero Vesuvio

    Predefinito

    il ragazzo dovrebbe ricordarsi che senza i soldi dello stato italiano lui e tutta la fiat sarebbe già fallita!!!, porti rispetto e pensi a lavorare decentemente e non da fiat!!!...

  4. #4
    L'avatar di M500

    Con noi dal 09/10/2007
    Residenza: Moncalé
    Provincia: Torino
    Messaggi: 3,630

    Italy
     M500 non è in linea
    1.4 tjet 135cv Abarth
    Bianco bianco/gara

    Predefinito

    Secondo me ha assolutamente ragione. Non ha detto "chiudiamo tutto e ci trasferiamo in Brasile", ma ha semplicemente fatto notare che un'azienda (una qualsiasi azienda) non può permettersi di andare avanti molto con degli stabilimenti che non rendono quanto dovrebbero, dando inoltre la piena disponibilità a collaborare per mantenere in Italia la produzione, a patto di rendere gli stabilimenti nostrani competitivi rispetto a quelli degli altri paesi europei (e non del Burundi). Non ci vedo assolutamente nulla di illogico in un ragionamento di questo tipo, anzi!
    La storia degli aiuti di stato è trita e ritrita: è vero, in passato sono serviti per tenere a galla tutta la baracca, ma la gestione era diversa, i tempi erano diversi, gli obbiettivi erano diversi. Non ho mai sentito, in tanti anni, nessun dirigente (né tantomeno un amministratore delegato) fare un discorso come quello di Marchionne, in cui finalmente si intravede la volontà di quell'enorme carrozzone che è sempre stato la FIAT di trasformarsi in un'azienda dinamica e competitiva. Tanto ci sarà sempre qualcuno che si lamenta: quando danno gli aiuti tutti su a dire che si usano i soldi pubblici per salvare una ditta privata, quando si paventa la remota possibilità di chiudere baracca (almeno in Italia) ecco che improvvisamente la FIAT diventa un'istituzione nazionale da salvaguardare a qualsiasi costo... decidiamoci, no!?!?
    E poi c'è poco da fare, per essere più competitivi bisogna lavorare meglio, alla FIAT come in qualsiasi altra fabbrica, ditta, negozio, laboratorio o ente pubblico. Questo significa innanzi tutto una miglior gestione a livello dirigenziale, ma anche qualche sacrificio (ammesso che lavorare meglio si possa definire sacrificio) da parte di tutti gli altri dipendenti, dai più alti in grado all'ultimo degli operai.
    Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?
    Are you still with us?

  5. #5
    L'avatar di Domi_90

    Con noi dal 27/05/2009
    Residenza: Bari
    Messaggi: 1,166

    Italy
     Domi_90 non è in linea
    1.2 69cv Pop
    Bianco bianco/gara

    Predefinito

    Quote Originariamente inviata da M500 Visualizza il messaggio
    Secondo me ha assolutamente ragione. Non ha detto "chiudiamo tutto e ci trasferiamo in Brasile", ma ha semplicemente fatto notare che un'azienda (una qualsiasi azienda) non può permettersi di andare avanti molto con degli stabilimenti che non rendono quanto dovrebbero, dando inoltre la piena disponibilità a collaborare per mantenere in Italia la produzione, a patto di rendere gli stabilimenti nostrani competitivi rispetto a quelli degli altri paesi europei (e non del Burundi). Non ci vedo assolutamente nulla di illogico in un ragionamento di questo tipo, anzi!
    La storia degli aiuti di stato è trita e ritrita: è vero, in passato sono serviti per tenere a galla tutta la baracca, ma la gestione era diversa, i tempi erano diversi, gli obbiettivi erano diversi. Non ho mai sentito, in tanti anni, nessun dirigente (né tantomeno un amministratore delegato) fare un discorso come quello di Marchionne, in cui finalmente si intravede la volontà di quell'enorme carrozzone che è sempre stato la FIAT di trasformarsi in un'azienda dinamica e competitiva. Tanto ci sarà sempre qualcuno che si lamenta: quando danno gli aiuti tutti su a dire che si usano i soldi pubblici per salvare una ditta privata, quando si paventa la remota possibilità di chiudere baracca (almeno in Italia) ecco che improvvisamente la FIAT diventa un'istituzione nazionale da salvaguardare a qualsiasi costo... decidiamoci, no!?!?
    E poi c'è poco da fare, per essere più competitivi bisogna lavorare meglio, alla FIAT come in qualsiasi altra fabbrica, ditta, negozio, laboratorio o ente pubblico. Questo significa innanzi tutto una miglior gestione a livello dirigenziale, ma anche qualche sacrificio (ammesso che lavorare meglio si possa definire sacrificio) da parte di tutti gli altri dipendenti, dai più alti in grado all'ultimo degli operai.
    quoto io la penso alla tua stessa maniera

  6. #6
    L'avatar di Luca

    Con noi dal 15/06/2007
    Residenza: Varese
    Età : 40
    Messaggi: 8,506

    Italy
     Luca non è in linea
    1.3 mjet 75cv+ Sport
    Blu m'ama non m'ama

    Predefinito

    In realtà M500 è Marchionne500 Ve lo diciamo solo ora.

    Seriamente.... condivido al 100% il discorso di Mr. Sergio e le parole di M. Non c'è nulla da aggiungere

  7. #7
    L'avatar di Kine

    Con noi dal 04/12/2007
    Provincia: Venezia
    Messaggi: 9,795

    Canada
     Kine non è in linea
    1.4 tjet 160cv 595 Turismo
    Rosso sfrontato/officina

    Predefinito

    Grande Sergio! Pagherei oro per averlo ad un nostro raduno
    Iscriviti anche tu al nostro club ed aiuta a mantenere qualitativamente attiva la Community!

    Clicca qui

  8. #8
    L'avatar di landrex

    Con noi dal 20/06/2010
    Provincia: Trento
    Messaggi: 750

    Italy
     landrex non è in linea
    1.2 69cv 500S
    Nero Vesuvio

    Predefinito

    ...il fondamento del discorso è giustissimo! l'italia dovrebbe svegliarsi e sicuramente adeguarsi a certe dinamiche... però le parole usate sono sbagliate e dette da uno come lui le trovo poco rispettose!, le problematiche fiat al 90% non sono colpa delle leggi italiane, ma della poca efficenza di fiat che è pessima!.. e se la fiat fosse un'azienda non italiana o meglio con sede in italia sarebbe già fallita come è successo per tutte le altre aziende estere...
    ...criticare o dare una svegliata all'italia va bene ed è giusto, ma con moderazione e rispetto per quello che comunque a fatto per la FIAT..

  9. #9
    L'avatar di Domi_90

    Con noi dal 27/05/2009
    Residenza: Bari
    Messaggi: 1,166

    Italy
     Domi_90 non è in linea
    1.2 69cv Pop
    Bianco bianco/gara

    Predefinito

    Quote Originariamente inviata da Kine Visualizza il messaggio
    Grande Sergio! Pagherei oro per averlo ad un nostro raduno
    infatti...io gli farei autografare Poppina...ma non è possibile invitarlo ad un raduno magari organizzandolo proprio a torino

  10. #10
    L'avatar di MrTFM

    Con noi dal 27/10/2008
    Residenza: Livorno Ferraris
    Provincia: Vercelli
    Età : 44
    Messaggi: 4,938

    Italy
     MrTFM non è in linea
    1.3 mjet 75cv+ Sport
    Nero provocatore/scorpione

    Predefinito

    Quote Originariamente inviata da M500 Visualizza il messaggio
    .....
    Tutto vero, ma ci sono dei punti oscuri.
    Primo: Perchè gli operai italiani sono quelli che guadagnano meno in europa? A parte i polacchi, che guardacaso sono quelli dove Fiat produce il 90% delle macchine. Colpa dello Stato? Il costo del lavoro è troppo alto? Questa è una cosa che andrebbe chiarita una volta per tutte.
    Secondo: Perchè una macchina qualsiasi del gruppo FIAT in configurazione BASE, seppure prodotta in Polonia, costa come una tedesca o una francese con MOLTI più accessori tra cui cose piuttosto importanti come l'ESP? Anche questa è una cosa che dovrebbe essere chiarita.
    Questa, tra l'altro, è paradossalmente la domanda che risponde al dubbio di Marchionne "In Italia si vendono 7 macchine straniere su 10"... E chissà come mai...
    E però se vai in Francia o in Germania, è l'esatto opposto. Se vedi più di 3 macchine su 10 che non siano Peugeot, Citroen o Renault, c'è da preoccuparsi.
    Campanilismo d'oltralpe? No, non credo.
    Le auto italiane costano tanto, spesso costano TROPPO. La 500 se non haltro è un'auto cult, di moda, da sfruttare a livello di immagine, ma la Punto Evo, per esempio, il modello base a 5 porte, confrontandolo con Clio e C3 la differenza di prezzo a parità di modello base 5 porte 1.2 di cilindrata costano quasi 1000€ in meno.... Oh è quasi l'8% in MENO..... Non parliamo poi di Bravo Multiair che per prendere quella che costa meno ci vanno quasi 21.000€ imparagonabile con i 17.ooo€ della DS3 (che è una gran macchina, altro che la Bravo....) o la 308, o la Megane.... Costano tutte meno....

    Uno che non ha tanti soldi, per esempio un operaio FIAT, che pure ha lo sconto, magari ci pensa due volte prima di prendere una fiat che solo di vernice metallizzata costa a volte il DOPPIO rispetto alla concorrenza, e voi sapete quanto costa la vernice metallizzata, vero?

    PS: io compro solo macchine italiane da sempre. Sono stupidamente campanilista, ma piuttosto che comprarmi un dacia duster nuovo, mi compro una croma km.0.....

    --------------------------------------------------------------------------------
    Sì, sulla 500Millesima ci sono anch'io!

+ Rispondi
Pagina 1 di 3
1 2 3 ultimoultimo

Discussioni simili

  1. Marchionne: «Bertone costruirà in Italia automobili Chrysler»
    Da Cinquecentisti nel forum Prima pagina
    Risposte: 0
    Ultimo messaggio: 16/09/2009, 17:20:08
  2. Risposte: 1
    Ultimo messaggio: 25/03/2008, 08:12:30
  3. Risposte: 0
    Ultimo messaggio: 25/03/2008, 08:10:24
  4. Risposte: 1
    Ultimo messaggio: 06/12/2007, 07:21:52
  5. Risposte: 2
    Ultimo messaggio: 04/12/2007, 09:46:04

Permessi di invio

  • Non puoi inserire discussioni
  • Non puoi inserire repliche
  • Non puoi inserire allegati
  • Non puoi modificare i tuoi messaggi