Forse non lo sai oppure lo ignori ma i giapponesi hanno un elevato numero di brevetti legati al mondo dell'auto o comunque del mondo dei motori; legarsi alle vecchie glorie e ai miti della tecnologia italica non è che non sia bello ma chiude la visuale!
Parecchi brevetti sono di provenienza italiana poi emigrati all'estero per cecità delle dirigenze delle case costruttrici nostrane...credo fosse il common rail che fu sviluppato da noi e poi ceduto in quanto considerato una curiosità tecnica e nulla più.
Al momento mi vengono in mente una decina di ritrovati legati al mondo della meccanica che da noi non hanno trovato acquirenti e non è un caso che i migliori cervelli italiani se ne vadano all'estero,là possono sviluppare le loro idee perchè non solo i governi di quei paesi hanno una mentalità più aperta (non ci mettono dei cretini a prendere decisioni,mica come da noi) ma anche le aziende sanno che solo investendo in ricerca poi c'è anche una ricaduta a livello industriale! Ecco perchè io non credo più che da noi ci possano essere reali ed immediati miglioramenti,senza contare che ( è dimostrato dalla fallosità diffusa dei prodotti) non si fanno più collaudi tali che si possa offrire senza soffrire.
L'orgoglio lo puoi sfoggiare (per quelle che serve) solo se hai qualche cosa da dimostrare.
Vi racconto una storia vera: nel 1983 comprai una moto giapponese e l'anno successivo le si ruppe un paraolio della forcella;orbene l'importatore non aveva il ricambio disponibile mi disse che ci sarebbero voluti mesi per averlo.
Mi armai di santa pazienza e scriissi una lettera (internet ancora non c'era) pure in italiano, a questa casa costruttrice giapponese specificando con due righe in inglese di farla tradurre.
Dopo due settimane mi arrivò a casa (dal Giappone) un pacchetto espresso coi ricambi ed una lettera di scuse!