La Legalità Di Mega (ex Megaupload) Si è Già Conclusa



MILANO - Era evidente che sarebbe stata soltanto una questione di tempo. E nemmeno sorprende che ce ne sia voluto così poco: a una manciata di giorni dal lancio di Mega, il nuovo servizio di web storage che porta la firma dell’estroso Kim Dotcom, sono spuntati in rete i primi indirizzi per scaricare contenuti illegali in modo rapido e veloce.

Siti amatoriali e soprattutto blog con link che rimandano a film, canzoni, libri, riviste, software e qualsiasi altro contenuto digitale possa essere di qualche interesse per uno scrocco di massa.A fare ancora più notizia è però la nascita, a tempi di record, di un grande aggregatore, un motore di ricerca che permette di trovare ciò che si vuole in una libreria di file in esponenziale crescita. Ad alimentarla sono i singoli utenti che prima caricano un file sul loro spazio cloud di Mega, che offre fino a ben 50 giga senza pretendere in cambio nemmeno un centesimo, poi lo condividono con il mondo intero fornendo al motore, tramite un semplicissimo form, le coordinate complete per il download. Basta un clic e si scarica a piena banda: non serve nemmeno essere registrati a Mega né digitare alcuna password per aprire il contenuto. Né tantomeno dipendere da upload di altri o fare la fila per il proprio turno come avviene per blasonati servizi di file sharing. Inoltre è presente un sistema di rating, una sorta di «mi piace» o non «mi piace» che consente di comunicare alla community se il file è di qualità oppure no, più un contatore del numero dei download.

Insomma, impunità e alta resa alla potenza ennesima. Il motore - di cui per scelta redazionale non daremo né il nome né il link - è già disponibile in quattro lingue – tedesco, francese, inglese e anche italiano – e conta diverse migliaia di contenuti protetti da diritto d’autore: le hit musicali, i film e le serie televisive del momento, programmi e videogiochi mescolati assieme a file porno. Un paradiso dell’illegalità che dimostra di voler scimmiottare la lezione di Kim Dotcom il quale, nel presentare la sua nuova creatura, la definì «inattaccabile da un punto di vista legale». In effetti nel motore è presente in bella vista un link alle norme del servizio di web storage che proibisce agli utenti «di usare i servizi per violare il copyright». Per la serie, noi vi abbiamo avvertito e ce ne laviamo le mani, lo strumento è in mano vostra e da voi dipende l’uso che ne fate e i rischi che correte.

Non è chiaro chi siano i creatori di questo servizio (si parla di uno sviluppatore francese), visto che da nessuna parte è presente un «about», né al momento sono stati rilasciati annunci ufficiali o si cava molto facendo una ricerca nel database pubblico dei nomi a dominio. Ma in fondo è più che comprensibile data la quantità di materiale illegale che raccoglie ora dopo ora.

Più chiaro è lo scopo: on line spicca già in bella vista un banner pubblicitario. Magari avrà breve vita, magari verrà oscurato dal nostro o da altri Paesi in fretta e furia, ma è evidente che non ci vorrà molto a replicarlo. Ecco dunque la vera prova di cosa intendeva Kim Dotcom quando prometteva che non si sarebbe arreso, che Megaupload sarebbe tornato con un altro nome e un’altra forma, ma di sicuro più forte di prima.



Fonte | corriere.it