[attachment=0:e555a]marchionne.jpg[/attachment:e555a]
Dopo aver risanato e consolidato il suo business dell’auto, attività culminata soprattutto grazie al lancio della nuova 500 (alla quale vanno grandi meriti), il Lingotto guarda decisamente a Oriente. Già nelle scorse ore il gruppo torinese ha firmato con la cinese Chery il closing dell’intesa annunciata a fine ottobre 2006 per la fornitura di motori.
Il gruppo con gli occhi a mandorla metterà così a disposizione della società di Sergio Marchionne 100mila motori all’anno, alimentati a benzina, da 1,6 e 1,8 litri. Chery è uno dei maggiori produttori automobilistici cinesi, con una decina di modelli distribuiti, ed è il principale esportatore nazionale di automobili.
Curioso che sulla nota a corredo del closing i vertici di Torino abbiano evidenziato come l’accordo rappresentasse una base positiva per valutare ulteriori collaborazioni con Chery nel settore automotive. Anche alla luce del fatto che il precedente approccio con il mercato cinese, quello fatto attraverso la joint venture con Nanjing, non starebbe portando i risultati che i vertici si erano prefissi.
I vertici delle due società non hanno perso tempo. E l’accordo di più ampio respiro è arrivato proprio stamattina. Fiat Group Automobiles e Chery Automobiles hanno firmato un memorandum d’intesa per la creazione di una joint venture paritetica nell’ambito delle autovetture.
La joint venture, che dovrebbe iniziare la sua attività nel 2009, produrrà 175mila vetture all’anno e fabbricherà e distribuirà vetture Alfa Romeo, Fiat e automobili Chery. Le parti inizieranno immediatamente le procedure relative alla definizione del contratto di joint venture e all’ottenimento delle relative autorizzazioni.
Il numero uno della società, Sergio Marchionne, ha elogiato l’operazione, stigmatizzando in particolare il ruolo di Alfa Romeo. Il cui ingresso in Cina “rappresenta un momento storico”, visto che quello del Biscione rimane “uno dei marchi più conosciuti ed apprezzati dell’industria dell’auto europea sul mercato automobilistico che ha il tasso di crescita più alto al mondo in questi anni”.
Parole decisamente positive anche dai vertici Chery Automobiles. Il suo numero uno ha evidenziato l’opportunità di offrire la “leggendaria” Alfa Romeo ai clienti in Cina. E, allo stesso tempo, l’accordo “migliorerà la capacità competitiva di Chery nel mondo”.
Intanto, la vocazione internazionale del Lingotto è confermata dalla forte crescita che il gruppo sta registrando sul mercato brasiliano dell’auto, il secondo mercato di Fiat dopo quello domestico.
A luglio la crescita del mercato nel suo complesso si è attestato al 30%. Fiat ha fatto meglio, con un miglioramento del 33%. La quota di mercato di Fiat è ora al 27% rispetto al 26,4% di un anno fa. Il gruppo torinese si posiziona così davanti a Volkswagen, la cui quota è scesa al 26%.



